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Solo ora
Ho accettato
Di compromettermi
Con il mondo
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La realtà pretendeva
D’essere riferita
Ma prima ancora
D’essere accettata
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Soltanto comprendendola
Come indiscutibilmente
Rappresentazione del bene
La realtà vuole
Che la si rappresenti
–
Soltanto chi pretende
Per sé purezza
Può farsi voce
Della realtà
–
La verità della realtà
È nella sua rappresentabilità
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Gli strumenti al servizio
Della verità della realtà
Sono un armamentario
Al servizio della finzione
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Compromettersi con il mondo
Corrisponde a partecipare
A questa finzione
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La realtà pretende
Una sovranità assoluta
Sulla nostra capacità
Di riferirla
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La realtà spaccia per smussati
E accoglienti gli spigoli vivi
Le asperità della sua verità
–
La realtà vorrebbe
Simularsi cuna continuamente
Laddove è spina, pungiglione
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La realtà pretende per sé
Una natura indelibata
Che la nostra purezza a sua immagine
Dovrebbe restituire
Né assaporata né conosciuta
–
Tra referente e riferito
Un gioco di specchi vuoti
Rimando infinito
A un insuperabile nulla
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Lo sfondo impassibile della realtà
È la Verità da lei negata
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La verità della realtà
È la necessità del sociale
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Il sociale è il vuoto
Rimandato da muti specchi
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Il gioco di rimando
Che fa del sociale un divertimento
È una deriva idiota
Una rotta all’insignificanza
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Il dialogo è il monologo
A cui è stata sottratta
L’esperienza del silenzio
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La sciatteria del dialogo
Sta nella pretesa di ragione
Dei due dialoganti
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Ogni dialogo è una finzione
Ogni dialogante un farabutto
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Degno di fede è solo
Chi parli ex cathedra
O chi stia solo in un bosco
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Il dialogo riposa
Sul principio di non contraddizione
Il bosco sulla coincidenza degli opposti
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La realtà osserva
L’osservatore balbettare
E ride